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venerdì 27 giugno 2014

RECENSIONE: Il marchio di Atena - Rick Riordan

Titolo: Il marchio di Atena (Eroi dell'Olimpo #3)
Titolo originale: The Mark of Athena
Autore: Rick Riordan
Editore: Mondadori
Pagine: 528    
Prezzo: 17 Euro   
Anno: 2014


Trama: Percy Jackson si è risvegliato alla Casa del Lupo, nel Campo dei semidei Romani, senza alcun ricordo a parte il nome di Annabeth. Proprio mentre sta andando a salvarlo, la ragazza scopre che tra Greci e Romani si sta scatenando la guerra, e a bordo della Argo II, la nave volante creata da Leo, cerca di raggiungere il Campo Giove insieme a Jason e Piper. Certo il natante, che ospita a bordo un drago di bronzo sputafiamme, non ha un'aria amichevole: i Romani capiranno che la loro è una missione di pace? E la pace, quanto durerà? Atena, infatti, ha affidato ad Annabeth, sua figlia, una terribile missione: «Segui il marchio di Atena. Vendicami.» Percy si ricorderà dei suoi vecchi amici, o sarà passato dalla parte dei Romani? Il gruppo di semidei dovrà scoprirlo in un viaggio per terra e per mare alla volta della splendida e terribile Roma.

Recensione 
E' tempo che semidei greci e romani si incontrino. Solo se collaborano hanno qualche speranza di vincere l'epica guerra che sta per scatenarsi. I greci arrivano al Campo Giove per incontrare i loro fratelli romani nella speranza di mettere fine alla faida che da secoli li divide, ma le cose non vanno come avevano sperato: alcuni colpi partono dai cannoni della loro nave, mettendo in allerta i romani, che li accusano di tradimento. Annabeth, Jason, Leo e Piper sono così costretti a fuggire in fretta e furia per aver salva la vita, ma non prima di aver recuperato Percy, Frank e Hazel. Sette semidei greci e romani, come la profezia aveva predetto. Ma devono fare in fretta. Devono salvare Nico e l'intera Roma. Devono dimostrare la loro buona fede ai romani prima che questi attacchino il Campo Mezzosangue. Devono chiudere le Porte della Morte per impedire che i mostri tornino continuamente tra i vivi. E c'è anche un'altra missione da compiere: seguire il Marchio di Atena e ritrovare la statua raffigurante la dea, sparita dalla notte dei tempi. Sarà Annabeth a doverla affrontare, da sola.

Ancora una volta, Riordan ce l'ha fatta. Un altro libro, un'altra emozione, un altro capolavoro condito dalla sua irresistibile ironia. Dove pescherà le sue idee geniali? Questo libro è piuttosto diverso dagli altri sotto diversi punti di vista. Finora siamo stati abituati a seguire un trio di protagonisti: Percy, Annabeth e Grover per tutta la serie Dei dell'Olimpo, Jason, Piper e Leo nel primo libro di Eroi dell'Olimpo, Percy, Hazel e Frank nel secondo. Da Harry Potter, ad Hunger Games, fino a Qui, Quo e Qua, il trio funziona sempre, ed è una scelta che finora ho molto apprezzato. Tra la prima e la seconda serie c'era già stata una novità molto importante, ovvero il passaggio dal POV singolo di Percy, ad un POV multiplo, con tre voci ad alternarsi. Stavolta, i protagonisti sono sette e i POV ben quattro: Percy, che ormai conosciamo bene, Piper e Leo, che ci hanno accompagnato nel primo libro insieme a Jason, e, per la prima volta tra le voci narranti, Annabeth. Immaginerete quindi la confusione iniziale! Perfino io, che venero questa serie e i suoi personaggi, ho avuto un po' di difficoltà nel fare mente locale, nel ricordarmi chi sta con chi, chi è greco e chi è romano, chi ha fatto cosa, ma dopo qualche capitolo ho ripreso subito il filo e sono partita ai 100 all'ora senza più fermarmi! Dopo due libri incentrati rispettivamente sui greci e sui romani, questo libro è cruciale ai fini della trama perchè finalmente avviene l'incontro epico tra le due fazioni, l'incontro che tutti aspettavamo fin dal momento in cui abbiamo capito qual'era il piano di Era. Immaginavo, povera ingenua, che l'incontro sarebbe andato bene e che le due fazioni si sarebbero unite, ma Riordan è sempre pronto a sorprenderci e porta la storia in una direzione completamente diversa, mettendo i romani contro i greci con un astuto stratagemma. Gli unici disposti a collaborare, per via della loro amicizia con Percy, sono Frank e Hazel, che seguono l'amico in questa nuova avventura senza nessuna esitazione. Quindi, nonostante l'astio tra le due fazioni, i sette semidei riescono finalmente a riunirsi, come diceva la profezia. Ognuno mette a disposizione i suoi poteri e i suoi talenti, per creare una squadra davvero formidabile e imbattibile, anche se non priva di problemi. Percy e Jason sono entrambi leader naturali, abituati a prendere il controllo della situazione e non sono particolarmente felici di condividere la gloria, le giovani coppie a bordo poi hanno di che preoccuparsi, tra litigi e gelosie, in particolare Hazel e Frank che devono vedersela con l'intrusione di Leo, che si prende una bella sbandata per la figlia romana di Ade, cotta non completamente non corrisposta visto che Leo assomiglia così tanto al primo amore di Hazel (si scoprirà anche perchè, finalmente!). Insomma, oltre ad affrontare mostri di ogni tipo i ragazzi dovranno vedersela anche con l'amore e con l'amicizia, come ogni adolescente. Da questo punto di vista, la cosa che mi è piaciuta di più è stato vedere Percy e Annabeth finalmente insieme. Nella prima serie ce li siamo goduti poco, visto che si sono confessati i loro sentimenti solo alla fine, poi Percy è sparito e Annabeth è partita alla sua disperata ricerca, ma ora che sono finalmente insieme niente li può separare. Coretti di aww continui, anche se non sono per niente la classica coppietta sdolcinata. La trama anche stavolta è ben costruita e avvincente, parecchio più complessa del solito, vista l'abbondanza di personaggi. La missione è trovare la Porte della Morte e chiuderle per sempre, per impedire ai mostri di continuare a tornare tra i vivi e avere una possibilità di sconfiggere finalmente Gea, per questo si dirigono verso il Mare Nostrum, il Mar Mediterraneo, per raggiungere la Grecia, dove sono localizzate. Ma prima devono andare a Roma, salvare Nico, che è stato preso in ostaggio da Gea, e salvare la città stessa dalla distuzione totale, tutto questo ovviamente in pochi giorni, mentre i romani marciano sul Campo Mezzosangue intenzionati a raderlo al suolo. Come sempre sono molti i nuovi personaggi che incontriamo: Narciso ed Eco (una delle mie scene perferite, esilarante fino alle lacrime), Forco, il vecchio dio del mare, più antico degli dei stessi, Ercole, che ora fa la guardia all'ingresso del Mediterraneo, le colonne d'Ercole, i giganti Efialte e Oto e molti altri, ognuno causa di piccoli e grandi guai. Un'altra novità rispetto al solito è il finale. Siamo abituati a  finali piuttosto conclusivi e tranquilli, in cui i ragazzi portano a compimento la missione e salvano capre e cavoli, fino al problema successivo ovviamente. Certo le cose in sospeso sono sempre molte, ma si tratta di questioni secondarie. Stavolta da una parte è così, la missione arriva ad una conclusione, ma dall'altra parte è sicuramente il finale più aperto e inaspettato di tutta la serie. Uno di quei finali che fanno soffrire. E tanto. Uno di quei finali che ti fanno imprecare quando ti accorgi con le lacrime agli occhi, il cuore che batte a mille e l'ansia che impazza furiosa, che quella che hai appena girato era l'ultima pagina. Rick Riordan non smette mai di stupire e continua a stregare i suoi lettori con una serie che, al suo ottavo capitolo, ancora emoziona e sorprende. Posso solo sperare che il prossimo libro esca presto. E per presto intendo al massimo domani. O potrei impazzire.              Valutazione: ½ Bellissimo!

Ma quegli esseri marini non avevano niente di sciocco né di carino. Anche da lontano, sembravano feroci e per niente umani. I loro occhi scintillavano di giallo. Avevano denti da squalo e una pelle coriacea di vari colori, dal rosso corallo al nero pece.
— È un campo di addestramento — si rese conto Leo. Guardò Aphros con timore reverenziale. — Addestrate gli eroi, come fa Chirone?
Aphros annuì; un barlume di orgoglio gli illuminò lo sguardo. — Abbiamo addestrato tutte le sirene e i tritoni più famosi. Nomina un eroe del mare, e di sicuro lo abbiamo addestrato qui!
— Oh, certo — disse Leo, scervellandosi. — Tipo… ehm… Ariel, la Sirenetta?

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