Logo-blog-6

venerdì 8 settembre 2017

Incontro con l'autore ~ Intervista ad Ester Trasforini

Ciao a tutti! Oggi vi propongo la mia intervista ad Ester Trasforini, autrice di "La principessa sbagliata", un libro davvero particolare che consiglio moltissimo! Questa intervista in realtà ha una storia un po' travagliata. Ho incontrato Ester la prima volta l'anno scorso al Rovigo Comics, dove ho assistito alla sua presentazione decidendo poi di comprare il libro. Dopo averlo letto e amato, le ho chiesto di incontrarci per un'intervista durante il Ferrara Comis. Purtroppo quella chiacchierata è andata persa grazie al mio meraviglioso cellulare (ancora rosico, in quel periodo ho perso due interviste per questo) ma abbiamo rimediato quest'estate, con una intervista bis che spero sia uscita un po' meglio della prima almeno lol Quel che è certo è che stavolta il cellulare non mi ha fregato, visto che ho comprato un piccolo registratore proprio per questo. 1 a 1, palla al centro. Stavolta ho vinto io! Prima di dare un'occhiata all'intervista vi invito a leggere la mia recensione di "La principessa sbagliata", consigliatissimo! Un fantasy che non solo è avventuroso e originale, ma anche molto divertente. Ed è pieno di fantastici riferimenti al mondo nerd, dalle saghe letterarie, ai film Disney, ai fumetti. Meriterebbe solo per questo, fidatevi. Buona lettura ;)


Iniziamo dal principio. Quando hai iniziato a scrivere? Come è nata la tua passione?
Scrivo da sempre, da quando ho imparato a scrivere. In prima elementare ho preso dei fogli bianchi, li ho attaccati insieme con lo scotch e ho scritto una storia sui gatti, rimasta incompiuta, come la maggior parte delle cose che scrivo. Una volta illustravo anche i miei libri, ma ad un certo punto ho deciso di concentrarmi più sulla scrittura. Non so se sia stato meglio così oppure no, ma per il momento non me ne pento.

Qual è stato il percorso che ti ha portato a questo libro e soprattutto alla sua pubblicazione? 
Ho iniziato ad affacciarmi al mondo editoriale con i concorsi letterari. Ho partecipato ad un concorso fantasy che si chiamava "Storie di confine" nel 2011, un progetto di beneficienza a favore di Medici Senza Frontiere, organizzato dalla rivista letteraria Terre di confine, dove sono arrivata terza con oltre novanta partecipanti! E' stata la prima volta in cui qualcuno mi ha fatto capire che forse avevo le capacità di piacere ai lettori. Oltretutto anche quello era un fantasy umoristico, quindi ho intuito che potevo seguire una certa strada, non solo il classico fantasy, ma qualcosa di più sperimentale. Poi da lì continuando a partecipare ai concorsi e andando alle fiere a conoscere gli editori, piano piano ho trovato il mio editore attuale tramite una selezione da cui è uscita la raccolta "Occhi di drago" (disponibile in digitale su tutti gli store online), otto racconti sui draghi, di cui uno mio. Dopo questa antologia l'editore è stato più propenso a leggere altro di mio. Ho scritto "La principessa sbagliata" pensando alla Gainsworth, però una volta finito mi sono tenuta aperta tutte le porte possibili. Avevo ricevuto una proposta anche da un altro editore, quindi alla fine ho dovuto scegliere. Anche se mi ritengo molto fortunata, in realtà credo di aver semplicemente mandato il mio libro agli editori giusti. Ovviamente non mando "La principessa sbagliata" a chi pubblica ricette di cucina. Ho scelto editori che conoscevo già come lettrice, di cui conoscevo bene la linea editoriale. L'ho mandato anche ad editori più grossi, ma non ho avuto risposta da nessuno. Sono soddisfatta comunque. Può darsi che il mio libro non sia piaciuto o che non sia neanche stato letto, ma quando vado nello scaffale fantasy di una libreria non vedo nessun italiano esordiente quindi forse il problema non sono io ed è un discorso un po' più complicato. Pubblicare con un piccolo editore ha vantaggi e svantaggi, ma cerco di guardare il lato positivo.

Hai mai pensato all'autopubblicazione per "La principessa sbagliata"?
No, fin dall'inizio avevo l'idea di provare a pubblicare con una casa editrice. Anche perchè non avendo mai pubblicato nulla, se non racconti in antologia, ero curiosa di provare l'esperienza tradizionale dell'editoria. Non sono contraria al self publishing, anzi è una cosa che potrei tenere in considerazione in futuro, dipende sempre dalle porte che mi si apriranno. Pubblicare con un editore è bello, gratificante. Ovviamente è importante anche il fattore economico. Il mio editore ha investito sulla copertina pagando l'illustratrice, sulla stampa delle copie pagando la tipografia, su stand alle fiere come il Salone del Libro. Sono tutte cose che da sola non avrei potuto fare a livello economico. Se dovessi decidere di autopubblicarmi dovrei tenere conto di tutte le spese e farmi due calcoli. Di vantaggioso ci sarebbero sicuramente i guadagni, che non vanno divisi con l'editore. Ma con il mio primo romanzo non mi interessava guadagnare, ma essere letta da persone che hanno deciso di investire sul mio libro. Chi lo compra ci crede e vuole davvero leggerlo, ma sono consapevole che non si diventa ricchi scrivendo fantasy in italia.

Parliamo un po' della bellissima copertina! Come è nata? Ci sono state varie proposte prima di quella definitiva? Racconami un po' del processo creativo dietro questa illustrazione.
Ho conosciuto Rita Micozzi, l'illustratrice della copertina, prima della Gainsworth. Mi piaceva come disegnava così le ho detto che le avrei fatto leggere il mio manoscritto in anteprima e che se poi fosse stata interessata a realizzare la copertina l'avrei proposta alla casa editrice. A lei è piaciuto molto, tanto che ha fatto anche degli sketch veloci di come immaginava i personaggi, ovviamente in maniera diversa da come sono diventati dopo. Ci siamo incontrate con la direttrice editoriale e Rita ha portato il suo portfolio per mostrare come disegnava, le abbiamo anche fatto vedere le idee che avevamo e la direttrice è stata molto contenta e le ha affidato la copertina. Siamo sempre rimaste in contatto tramite email, Rita ci mandava ogni volta le bozze di quello che stava facendo. Ovviamente avevamo tutte idee diverse, ma vedendo il risultato finale ci siamo trovate d'accordo. Io pensavo alla fedeltà al libro, volevo che l'illustrazione rispecchiasse i personaggi e il contenuto. La direttrice editoriale pensava più al lato commerciale, per esempio un drago in copertina vende, quindi doveva esserci. E Rita pensava ai colori, alle ombre, al lato estetico. Direi che ci possiamo ritenere soddisfatte tutte e tre e mi pare che anche i lettori l'abbiano apprezzata. Sono contenta che i personaggi e l'atmosfera rispecchino il contenuto del libro. Forse l'unica cosa è che svia un po' alcuni lettori perchè può sembrare un libro per bambini dato che non è un'illustrazione realistica, ma ispirata al mondo dei cartoni e dei fumetti, ma non è la maggioranza. Ho sempre pensato ad una copertina illustrata. Ho mandato il mio libro alla Gainsworth anche perchè sapevo che per i libri fantasy usano sempre delle illustrazioni. Una copertina fotografica sarebbe stata completamente sbagliata anche dal punto di vista commerciale. Non avrebbe mai potuto rappresentare un libro con così tanti riferimenti ed ispirazioni al mondo dell'animazione e dei manga. L'avrei capito per un libro fantasy per adulti come "Il trono di spade", ma per "La principessa sbagliata" proprio no.

Per creare i tuoi personaggi ti sei ispirata a qualcuno che conosci? Hai preso in prestito qualche aspetto da te stessa o dalle persone che ti circondano?
I due personaggi principali hanno entrambi delle caratteristiche di me, ma anche altre che non mi riguardano minimamente. Per esempio a Gemma non piace leggere, e questo ovviamente è molto lontano da me. Invece mi rispecchia molto nel suo lato infantile, quello che cerco un po' di nascondere perchè nella vita di tutti i giorni non posso fare sempre la stupida. É un lato di me che tiro fuori tramite la scrittura. Mentre la principessa sbagliata assomiglia molto alla me stessa sedicenne, ero un po' secchiona ai tempi e volevo che la gente sapesse che sapevo le cose, e allo stesso tempo si avvicina anche alla mia parte più saggia. Gemma e la principessa sono un po' le mie voci interiori, una più istintiva e l'altra più razionale. Ci tengo però a dire che nessun personaggio è una proiezione al 100% di qualcuno di reale o di me stessa, perchè credo che sia un errore che molti esordienti fanno e ho cercato di evitarlo. Volevo creare dei personaggi che potessero esistere in modo totalmente indipendente da me. Fiorenzo invece è un personaggio parodistico, che prende spunto da altri personaggi, ma anche per lui mi sono ispirata alla realtà. Da me ha preso la testardaggine. Rispetto ad altre cose che ho scritto o che ho in mente di scrivere, "La principessa sbagliata" è il libro in cui i personaggi sono più di finzione. In futuro conto di ispirarmi di più alla realtà.

A proposito di cose che stai scrivendo, quali sono i tuoi prossimi progetti? Stai ancora scrivendo di Gemma e dei suoi compagni?
Non mi voglio sbilanciare troppo o fare promesse, ma posso dire che ho tante idee, sia di storie con gli stessi personaggi, sia di storie nuove. Non so quale sarà il mio secondo romanzo, ma farò il possibile per far sì che prima o poi esca. Le idee non mi mancano e quasi tutte sono fantasy o comunque legate al genere fantastico. La maggior parte sono per libri per ragazzi, ma non nascondo che mi piacerebbe cimentarmi anche nel fantasy per adulti, come con il mio racconto di "Occhi di drago". Il mercato però mi scoraggia molto, perchè vedendo il pubblico delle fiere mi sembra che il fantasy in generale sia molto associato ai ragazzi ed è difficile farsi considerare dagli adulti, a meno che non si scriva qualcosa in stile Il trono di spade, con intrighi politici, storie crude, sangue. La magia non sembra avere lo stesso fascino. La cosa mi scoraggia, o forse semplicemente non sono pronta. Ma ci arriverò. C'è anche il discorso dell'ironia. Devo continuare a scrivere cose umoristiche o più serie? Non ho davvero una risposta, ho idee in entrambi in casi, ma le cose umoristiche mi vengono tendenzialmente più facili, più spontanee. É stranissimo in realtà, io dico sempre che uno dei motivi per cui ho iniziato a scrivere cose umoristiche è perchè dal vivo non so far ridere, spesso la gente fa fatica a capire quando sono seria e quando sto scherzando e la cosa mi causa anche qualche problema. Un giorno ho scoperto, grazie a internet, che anche solo scrivendo parodie stupide di manga la gente rideva e da lì ho capito che forse tramite la scrittura riuscivo ad esprimere quello che non riuscivo ad esprimere dal vivo. Dovevo solo trovare lo strumento giusto. Ma non è l'unica cosa che mi piace scrivere. Anche in "La principessa sbagliata" ci sono svolte drammatiche, senza fare spoiler. Mi piace bilanciare, giocare con varie tematiche, con vari tipi di scene. Non riuscirei a scrivere un romanzo solo d'azione o d'amore, così come non riuscirei a scriverne uno solo umoristico o solamente serio. Poi c'è sempre qualcosa che prevale.

Hai avuto modo di andare a diverse fiere, grandi e piccole, di parlare con il pubblico, qual è stata la tua esperienza?
Ho partecipato a diverse fiere, tutte nel nord italia per il momento, e la mia esperienza è stata mediamente molto positiva. Ho esordito a Torino l'anno scorso, abbiamo fatto un dibattito sul fantasy con altri cinque o sei autori della mia casa editrice, che quest'anno abbiamo replicato. Questi due incontri sono andati benissimo, tant'è che quest'anno avevamo anche la sala piena. Sono convinta che se ci fossero state dieci o venti sedie in più le avremmo riempite. Sono stati due eventi che mi hanno dato molte soddisfazioni, anche se non erano incentrati tanto su noi autori e su ciò che scriviamo quanto più sul genere. Poter dire la propria opinione sul genere che si legge e che si scrive e sentire che cosa il pubblico pensa, apre la mente a tutti. Ho fatto anche delle presentazioni di vario tipo. Quando il libro è uscito ne ho fatta una nella biblioteca di Comacchio, dove sono cresciuta. Ci saranno state sessanta persone ed è stata molto difficile. É andata bene e ne sono stata soddisfatta, ma non ero abituata a quel tipo di pubblico, non lettori di fantasy, ma curiosi che conoscono me o i miei genitori. Fare una presentazione ad una fiera di settore è una cosa, farla nella biblioteca del paese dove sei cresciuta è un'altra, quindi è stata anche quella un'esperienza particolare. Ho fatto anche delle presentazioni alle fiere, come al Rovigo Comics l'anno scorso. Devo dire che il mio libro forse cattura più l'attenzione alle fiere del fumetto, invece che alle fiere letterarie, forse per la copertina e il tipo di storia, ma la cosa non mi dispiace. É un modo per invitare a leggere chi di solito legge solo manga o fumetti.  

La principessa sbagliata di Ester Trasforini
Gainsworth Publishing (2016) | 253 pagine | 16,50 euro
Acquistabile in cartaceo e digitale sulle principali piattaforme online

Ci sono una torre, un drago e una principessa da salvare. Sembra l'inizio di una fiaba classica, ma quando la boscaiola Gemma, spinta dal desiderio di arricchirsi, decide di partire per liberare la figlia del re, tutto inizia a girare per il verso sbagliato. Armata di ascia e di una magia di dubbia utilità, Gemma giunge sulla montagna e mette in fuga il drago, ma finisce per ritrovarsi lei stessa fuggitiva in un'avventura dove niente è ciò che sembra, principessa compresa. Tra scontri, visioni, amore e uno zombi spaventapasseri, Gemma affronterà le sue paure e scoprirà che il lieto fine, forse, va cercato oltre gli abiti che si indossano.

Pagina Ester Trasforini | Sito Rita Micozzi | Sito Gainsworth Publishing 

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per aver letto il mio post ❤
Lascia un commento se ti va!